Dopo la pagina del Corriere, Italiani di Frontiera a Londra alle Olimpiadi! Unire i puntini…

Prima il Corriere, poi la trasferta a Londra… un’estate speciale per IdF.

Era rimasta in un frigo di via Solferino per un bel po’ ma alla fine è uscita al momento giusto, neanche a farlo apposta, nel giorno in cui in Assolombarda ho partecipato a un’importante riunione su Expo e dopo Expo, in cui IdF potrebbe avere un ruolo…

Bellissima intervista, quella che sul Corriere della Sera di Milano di lunedì 23 luglio Giovanna Pezzuoli mi ha dedicato (con belle foto di Duilio Piaggesi) , per spiegare l’avventura di Italiani di Frontiera. L’ha detto pure mia mamma, che a Mestre l’ha letta online: mia collega ai tempi del Giorno, Giovanna ha davvero catturato lo spirito di questa scommessa per cambiar vita. E pazienza se titolatori come sempre frettolosi han scritto che sono “ex giornalista”, mentre mi sento giornalista più di prima; che mi sono trasferito negli Usa per fare lì lo storyteller (ma prima o poi…); o che per realizzare IdF ho dovuto vincere resistenze di mia moglie Pola, che invece è stata partner impagabile di questo progetto sin dall’inizio (il PDF della pagina è scaricabile nell’immagine a fianco o qui).

Non a caso, Giovanna ha chiuso con il “connect the dots” di Steve Jobs, l’inseguire cuore e istinto che alla fine ti permette di collegare i puntini alle tue spalle, del tuo passato.

IdF sul Corriere della Sera 23-07-2012

IdF sul Corriere della Sera 23-07-2012

Quel lunedì mi è successo ancora una volta, di collegare puntini del mio passato. Quella pagina è stata occasione per tornare dopo un bel po’ di tempo nella sede del Corriere, che negli ultimi anni mi ha ospitato come speaker agli eventi Mind The Bridge.

Ho guardato con occhi diversi a quella redazione, via Solferino, in cui per anni ho sognato di finire. Sin da quel giorno, anni Ottanta, ero al Gazzettino e ancora cercavo lavoro a Milano, in cui Mino Durand, bravo caporedattore del Corriere, che era stato inviato in Veneto (spesso ospite a cena a casa nostra a Mestre, visto che mio padre Gibo del Corriere era corrispondente), tentò di scoraggiarmi dall’impresa. “Lo vedi quello? E’ bravissimo ma quasi non riesco a farlo scrivere”, mi disse indicando un tipo con occhiali e baffi. Era il grande Marzio Breda, oggi “quirinalista” del Corriere. Eravamo nella leggendaria Sala Albertini, luogo storico del giornalismo italiano. Iniziai a compilare su una gigantesca Olivetti il mio curriculum su quel tavolo austero. Ma durò poco. L’anziano titolare della postazione mi fulminò, invitandomi a un bagno d’umiltà: finire il lavoro su uno strapuntino, davanti alla finestra.

Quel giorno sono tornato in via Solferino, incrociando un po’ di vecchi amici.  A cominciare da Gigi Colin, art director nonchè artista e fotografo. C’era la riunione per la prima pagina. Così ripassando davanti a quella leggendaria sala, incontro i vertici del quotidiano.  Abbracci e battute con Venanzio Postiglione, caporedattore centrale e direttore del Master in Giornalismo della Statale di Milano,  con Daniele Manca, oggi vicedirettore, anche lui un ex del Giorno.

Poi davanti a quella stanza gonfia di storia che mi fece sognare, succede qualcosa che mi lascia di stucco. Con un sorriso davvero cordiale, mi viene incontro e mi porge la mano chiedendomi “Come stai?”, quasi fossimo vecchi amici, una persona alla quale credo di non esser mai stato presentato. E’ Ferruccio De Bortoli, direttore del Corriere. Io che pure sul palco me la cavo a chiacchiera, rispondo con un sorriso imbarazzato e la disinvoltura del baccalà. Resto pur sempre l’erede di un cronista roccioso ma timido…

Esco felice e un po’ stordito, da quel palazzo che per anni mi era sembrato un posto da sogno. Felice, per il sogno così diverso, realizzato da solo con Italiani di Frontiera; per la sensazione che pure in quel santuario del giornalismo italiano tradizionale, un modello oggi più che mai in crisi, la folle idea di IdF sia in qualche modo apprezzata.

E’ davvero il giorno di “unire i puntini”. E allora faccio quel che da mesi mi riproponevo di fare. Telefono a Beppe Severgnini. Di recente mi ha inviato un libro con una gentilissima dedica, ho ringraziato ma ancora non ci siamo mai incrociati. Dovevamo farlo a Londra, lui inviato del Corrierone nella città in cui ha vissuto a lungo. Io con il mio progetto “povero ma creativo”. Grazie ai fantastici amici di Medioera (Mauro Rotelli in testa), festival di cultura digitale che mi ha appena ospitato a Viterbo, nella foto, la conferenza multimediale di Italiani d Frontiera è andata in scena con successo martedì 31 luglio a Casa Italia, durante le Olimpiadi! Il giorno dopo Severgnini, che incontrerò un’altra volta. Emozioni, amici vecchi e nuovi a Londra, nuovi preziosi contatti.

Connecting the dots…

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