I Libri dell’Anno, consigliati da Amici di Italiani di Frontiera davvero speciali

Al momento di pensare ai regali per le feste, chi non va a caccia di quell’amico esperto che… beh Italiani di Frontiera vanta una bella schiera di Special Friends.

Ecco dunque i consigli su libri che hanno lasciato il segno,  da amici davvero competenti, rintracciati in giro per l’Italia e il mondo.

Tante idee per suscitare nuove idee, e per tenere a battesimo un’altra novità, il sito di Italiani di Frontiera appena rinnovato, con la collaborazione di altri preziosi amici, gli esperti di Social & Innovation di Sharazad.

 

9781594203282H Massimo Banzi, cofondatore di Arduino (e protagonista quest’anno di una giornata memorabile a lui dedicata, organizzata nella sua ex scuola in Brianza da Italiani di Frontiera), dice di aver letto quest’anno parecchi libri delle discipline più diverse dalla psicologia al business. “Uno che mi è piaciuto molto è “The Idea Factory: Bell Labs and the Great Age of American Innovation” di Jon Gertner che racconta la storia del laboratori Bell, il più grande centro di ricerca della storia. E’ molto interessante come studio di come l’innovazione si evolva coi tempi e di come molte idee richiedono molti anni per essere accettate o trovare un posto nel mondo. Spesso la stessa idea viene proposta diverse volte a distanza di anni senza successo poi si creano magicamente le condizioni ideali e l’idea ha successo”.

Lorenzo Thione, passato dal successo di Bing, motore di ricerca di Microsoft, alla produzione di un musical a Broadway a un 41WbaQ4bBkL._SY344_PJlook-inside-v2,TopRight,1,0_SH20_BO1,204,203,200_progetto per il rilancio del mercato delle opere d’arte, confessa invece di non averne letti molti in questo anno impegnativo. Ma quello che si sente di consigliare e’ Contagious: Why Things Catch on”, di Jonah Berger, New York Times bestseller,  per Lorenzo “Un master class in marketing”.

 

 

 

 

Join the club

Per Selene Biffi, imprenditrice sociale pluripremiata, con progetti dall’Afghanistan all’India, esperta di social innovation, il libro dell’anno: è Join the Club. How Peer Pressure Can Trasform the World, del Premio Pulitzer Tina Rosenberg (2011), “libro intelligente e quanto mai attuale, che spiega come la peer pressure (pressione collettiva, di un gruppo) possa essere una forza importante nell’istigare fenomeni di massa per l’attuazione di comportamenti e cambiamenti positivi all’interno della società”.

 

 

Riccardo Luna, giornalista e opinion leader, già direttore di Wired, ora direttore di CheFuturo!,  che con il suo “Cambiamo Tutto! La rivoluzione degli innovatori” ha letteralmente spopolato quest’anno, segnala come suo libro dell’anno  Future Perfect, The Case For Progress In a Networked Age” di Steven Berlin Johnson (intervistato negli anni scorsi per Reuters e Italiani di Frontiera): “C’è dentro una visione della innovazione e della condivisione quali strumenti di cambiamento sociale con un superamento dei modelli tradizionalmente proposti da Destra e Sinistra. Insomma oltre lo Stato e il Mercato ci sono le reti di persone”.futureperfect_stevenjohnson

 

 

 

 

 

 

 

Startup Communities“Startup Communities: Building an Entrepreneurial Ecosystem in Your City” è invece il libro consigliato da Chiara Giovenzana, “geek biotech prima, poi imprenditrice e ora responsabile della community di alumni alla Sigularity University“. “Come trasformare la tua città in una fucina di startup. Chi guida e chi segue. Le fatiche e le gioie per arrivarci. È un libro che si legge velocemente, che non inventa nulla ma che mette in risalto in maniera lucida e precisa i vari steps, i protagonisti e le connessioni che hanno trasformato nel profondo intere zone. Se vuoi che la tua città sia quella in cui le startup vogliono andare, ecco questo è un buon libro da cui iniziare”.

 

 

 

Labirinti“, (Rizzoli 2013) di Giovanni Mariotti e Franco Maria Ricci, con introduzione di Umberto Eco, è il libro dell’anno per Davide Bocelli ,esperto di marketing e di digital multimedia a livello internazionale, membro della Long Now Foundation di San Francisco, (fra le varie iniziative in campo culturale ha lanciato ReopenPalatina! che con Twitter e Facebook è riuscita a raccogliere fondi via Paypal e altri strumenti per riaprire il più rapidamente possibile la Biblioteca Palatina di Parma, chiusa per Labirintiinagibilità causa incendio).  “Il labirinto è un simbolo onnipresente. E’ una metafora dell’errare umano, pieno di errori. E’ una forma interessantissima per i matematici. Un grande argomento per i filosofi. Per Franco Maria Ricci è soprattutto una lunga avventura intellettuale culminata nella costruzione del più grande labirinto del mondo nella campagna vicino all’amata Parma. Con splendide illustrazioni che raccontano l’ideazione del labirinto più grande del mondo e testi che raccontano il labirinto ed il suo fascino molteplice”.

 

Il segnale e il rumore di Nate Silver è invece il libro dell’anno per Guido Romeo, eclettico giornalista scientifico di Wired. “È

41F6XC++nJL._un libro diventato subito fondamentale per capire come usare (e non usare) i dati, sia big che small… L’autore è di tutto rispetto. Nate è uno statistico che ha azzeccato per due volte la vittoria do Obama: ha sbagliato un solo stato nel 2008 e nessuno nel 2012. Non a casa ha lasciato il New York Times per Espn. Quando si dice che i big data sono sexy…”

 

 

 

 

 

 

 

Leandro Agrò, eclettico innovatore e manager, cofondatore di Frontiers of Interaction non ha dubbi, sul “suo” libro dell’anno: “La nuova geografia del lavoro“, di Enrico Moretti, docente di economia a Berkeley, libro di economia dell’anno pure per Forbes.

“Ho sempre avuto una ossessiva attenzione alla geografia e come questa determina, quasi più delle nostre stesse azioni, il nostro destino. Infatti, la nostra geografia culturale ed economica, ed il “tempo”, determinano cosa è accettabile, quali obiettivi sono raggiungibili, cosa è percepito come necessario, e molto altro. E tutto questo non può non avere delle notevoli conseguenze sulla economia… Sono stato La nuova geografiatestimone di mondi diversi e distanti, che condividono il terreno ma non le menti che vivono su di esso. Mondi che viaggiano a diverse velocità, e nel quale ci sono zone soggette a singolari accelerazioni. Ebbene, neanche se avessi dettato i miei pensieri ad Enrico Moretti avrei potuto sperare di ritrovarmi così puntualmente nel suo libro. Lui infatti, da esperto e mente notevole quale è, ha superato e sostanziato le mie “impressioni” (ma anche quelle di Richard Florida nella “Classe Creativa”) , suffragandole con numeri, storie e situazioni che spiegano –in un batter d’occhio- come l’Italia è finita dove è oggi e quale rivoluzione culturale ci troviamo ad affrontare. E come dice Moretti:  Capire perché le differenze economiche tra città e regioni, anziché diminuire — com’era nelle attese di molti -, continuano ad aumentare, e perché le imprese e i lavoratori più creativi si siano concentrati in determinati luoghi e non in altri, è di vitale importanza per decifrare e orientare il futuro della nostra economia”.

 

Davide Bennato docente di Sociologia dei media digitali all’Università di Catania, si occupa di Computational social science, Big data e Social Media Analytics (è autore di “Sociologia dei media digitali” (Laterza) e sceglie come libro dell’anno “L’arte funzionale. Infografica e visualizzazione delle informazioni” di Alberto Cairo (Pearson Italia). “Chi frequenta internet e la cultura digitale, sa che da qualche tempo c’è un enorme interesse verso la visualizzazione delle informazioni. Il libro di Cairo affronta questo tema secondo una prospettiva particolare: ovvero considerando questo settore una forma di arte caratterizzata da uno scopo specifico… in pratica, raccontare una storia. 41SUNHlGkVL._Cairo porta il lettore in uno straordinario viaggio attraverso le tecniche di rappresentazione dei dati, il ruolo dell’occhio e della mente nel cogliere le informazioni e un utile percorso fra i designer di information visualization più interessanti dell’ultima generazione. Cairo è maestro nel raccontare questo settore effervescente, anche perché oltre a insegnare alla School Of Communication della University Of Miami, è stato anche direttore del reparto di grafica interattiva di El Mundo, e mostra che oggi la data visualization è in grado di produrre immagini belle e complesse, una specie di Cappella Sistina del mondo dell’information design”.

 

 

Dulcis in fundo, la narrativa, con i consigli di tre esperti Out of the Box.

MeravigliaPaola Bacchiddu, che si definisce giornalista “scetticamente pensante ed esistente” raccomanda invece “La produzione di meraviglia” di Gianluigi Ricuperati. “Innanzitutto c’è ritmo. Che è una cosa complicatissima da dirigere. Poi è originale, perché ha sorprese annidate tra le pagine, come se svoltassi un angolo e ti trovassi, di fronte, una meraviglia inaspettata. Ad esempio questa: “i numeri e i semi di ogni carta brillano come agenti mediatori nel commercio tra le cose da pensare e le cose da dire”. La psicologia dei personaggi è caledidoscopica, perché entri in una stanza per trovarti dentro a un’altra che non credevi. Tutto è maneggiato con cura, quasi femminile, tanta è l’accortezza. E infine, un’altra cosa: che leggendolo, ti viene voglia di scrivere”.

 

 

Eugenio Alberti Schatz, traduttore e autore di saggi, resoconti di viaggio, documentari e un recente  e-book per blonk.it  101 lasciamenti – Piccolo galateo della crudeltà (“100 trame di separazioni istantanee, crudeli, quanto più teatrali e soprattutto irreversibili uno si possa immaginare”), si definisce  “una microindustria culturale alla mercé della mia stessa curiosità del mondo”.

“Li ho letti tutti i libri di Romain Gary usciti in Italia da Neri Pozza.mio_caro_pitoneL’ultimo è Mio caro pitone, tradotto alla perfezione da Riccardo Fedriga. Come si dice nel gergo da quarta di copertina, siamo di fronte “all’irruzione del fantastico”. Gary è un personaggio di cui è impossibile non innamorarsi: partigiano, aviatore, console, scrittore… Caro pitone è il suo primo libro firmato con lo pseudonimo Emil Ajar, che post mortem si scoprirà essere sempre lui. Come Kubrick, ogni sua prova affronta un genere nuovo. La sua lingua è un fuoco d’artificio, forse perché il francese non è la prima lingua che ha appreso. Caro pitone è la storia di un impiegato che vive con un pitone, ma è anche una storia d’amore, ma è anche una profezia dello spirito ambientalista. Difficile incasellarlo. Con autori come questi è bello non dover essere schiavi delle “novità” editoriali. Se volete fare colpo su una collega…

 

Antonella Fiori, giornalista e firma nel campo dell’editoria (D Repubblica, L’Espresso, F), animatrice di una  scuola di educazione alla Scrittura e autrice con Sara Casassa di un libro inchiesta sulla droga lo scorso anno, Assuefatti, non ha dubbi nell’individuare nel best seller di un giovane autore svizzero il libro dell’anno.  “Chi ha ucciso Nola Kellergan? La domanda alla base de “La verità sul caso Harry Quebert” di Joel Dicker (Bompiani), è la stessa – Chi ha ucciso Laura Palmer? – su cui si fondava “Twin Peaks”, la serie tv ideata da David Lynch. Anche il milieu è il medesimo: una cittadina della provincia 4527328_0americana dove pian piano emergono segreti e tragedie, tra colpi di scena e rivelazioni choc. Nola Kellergan, 15 anni, scompare nel 1975 ad Aurora, nel New Hampshire.Nel 2008 a New York Marcus Goldman, giovane scrittore di successo, ha il blocco del romanziere. Quando Harry Ouebert, uno degli scrittori più stimati d’America, è accusato di avere ucciso Nola, di cui è stato innamorato anni prima, Marcus conduce la sua personale inchiesta. Un giallo che stacca dal solito thriller. C’è un plot intricato eppure volta pagina, dove si mescolano piani temporali e generi narrativi – il poliziesco, la commedia, il romanzo di formazione, riferimenti a Nabokov “Lolita” – dandoci anche un saggio sulla voglia di scrivere.