{"id":9356,"date":"2008-03-03T21:04:00","date_gmt":"2008-03-03T20:04:00","guid":{"rendered":"https:\/\/italianidifrontiera.com\/2008\/03\/arrivare-in-america-assieme-a-un-premio-nobel-e-oggi-gianluca-rattazzi-maxiscale-ha-un-piano-per-i-colossi-del-web.html"},"modified":"2008-03-03T21:04:00","modified_gmt":"2008-03-03T20:04:00","slug":"rattazzi-test","status":"publish","type":"post","link":"https:\/\/www.italianidifrontiera.com\/2008\/03\/03\/rattazzi-test\/","title":{"rendered":"Arrivare in America assieme a un premio Nobel. E oggi Gianluca Rattazzi (MaxiScale) ha un piano per i colossi del web"},"content":{"rendered":"<p style=\"text-align: justify;\"><img fetchpriority=\"high\" decoding=\"async\" class=\"alignnone wp-image-5560\" src=\"https:\/\/italianidifrontiera.com\/wp-content\/uploads\/2013\/08\/rattazzi-300x300.jpg\" alt=\"\" width=\"800\" height=\"600\" \/><\/p>\n<p>&nbsp;<\/p>\n<p style=\"text-align: justify;\">Un padre convinto che l&#8217;Italia non potesse offrire un futuro a suo figlio, \u00a0un premio Nobel che lo persuase a puntare sugli Stati Uniti. Gianluca Rattazzi, oggi \u00a0presidente e amministratore delegato di <a href=\"http:\/\/maxiscale.com\/\">MaxiScale<\/a>, e&#8217; il prototipo di &#8220;imprenditore seriale&#8221; di Silicon Valley, dove e&#8217; stato in passato cofondatore di quattro diverse societa&#8217;. E dove conta oggi con la sua nuova azienda di proporre presto un prodotto innovativo a colossi web come <a href=\"http:\/\/www.facebook.com\/\">Facebook<\/a>, <a href=\"http:\/\/ebay.com\/\">eBay<\/a> e <a href=\"http:\/\/myspace.com\/\">MySpace<\/a>. Senza rinunciare nel frattempo alla sua passione di sempre: l&#8217;automobilismo.<br \/>\n&#8220;Questo e&#8217; un Paese sbagliato. Se c&#8217;e&#8217; un posto e sarai in corsa col figlio della cameriera di un ministro, prenderanno lui&#8221;, mi diceva papa&#8217;. Credeva nella meritocrazia \u00a0ma si sentiva troppo vecchio per andarsene. Lui avvocato, la mamma medico, non hanno mai avuto fiducia nell&#8217;Italia.<br \/>\nSono nato ad Ascoli Piceno e vissuto a Roma, anche se siamo cresciuti negli anni del boom, i miei non hanno mai pensato che saremmo vissuti in Italia, io e mia sorella. Per lei la prospettiva era la Francia, per me la Germania.<br \/>\nE in Germania ho iniziato lo studio all&#8217;estero.<\/p>\n<p style=\"text-align: justify;\">IN CASA DI UN PREMIO UN NOBEL &#8211; E&#8217; interessante come sono arrivato negli Usa <a href=\"http:\/\/it.wikipedia.org\/wiki\/Emilio_Segr%C3%A8\">Emilio Segre<\/a>&#8216;, premio Nobel della Fisica 1959, era negli Usa dagli anni Trenta, aveva insegnato a Berkeley e lavorato al progetto per la bomba atomica assieme a <a href=\"http:\/it.wikipedia.org\/wiki\/Enrico_Fermi\">Enrico Fermi<\/a>. Torno&#8217; per due anni a Roma, dove io studiavo fisica e chimica nucleare.<br \/>\nLo incontrai&#8230;ci riuscimmo simpatici ed iniziai a collaborare con lui, che stava scrivendo un libro su Fermi. &#8220;Per quello che fai, vivi nella nazione sbagliata, il tuo futuro e&#8217; in America&#8221;, mi disse. &#8220;Perche&#8217; non fai tre mesi di internato alla Stanford University (era il 1975), \u00a0se sei interessato, come ti laurei ti trovo un posto a Berkeley&#8230;&#8221;.<br \/>\nArrivammo in America insieme, era l&#8217;estate 1976.<br \/>\nFinii a vivere in casa sua, sua moglie, sudamericana, doveva star via per mesi&#8230; \u00a0Lo accompagnavo nelle escursioni in montagna, con lo zaino&#8230; alla fine divenni research assistant a Berkeley.<\/p>\n<p style=\"text-align: justify;\">L&#8217;UOMO PIU&#8217; COLTO MAI INCONTRATO &#8211; Successivamente lavorai per <a href=\"http:\/\/chem.berkeley.edu\/people\/faculty\/moretto\/moretto.html\">Luciano Moretto<\/a>, anche lui docente a Berkeley. L&#8217;uomo piu&#8217; colto che abbia mai conosciuto. Era capace di lavorare tutto il giorno, poi alla sera andarsene a letto leggendo un libro in greco antico&#8230; e conosceva pure diverse lingue scompase&#8230;<br \/>\nPer gli esperimenti di fisica, avevano bisogno di computer per esaminare i dati&#8230; e io scoprii che la parte dei computer mi piaceva piu&#8217; della fisica. Iniziai a studiare Electrical Engineering and Computer Science.<br \/>\nAlla fine anni Settanta, \u00a0vedevo che i fisici mi consideravano piu&#8217; un tecnico che uno di loro&#8230; conobbi <a title=\"Enzo Torresi\" href=\"http:\/\/www.siciliasearch.it\/personaggi\/enzo-torrersi.htm\" target=\"_blank\" rel=\"noopener noreferrer\">Enzo Torresi<\/a>, che nel 78-79 era il presidente dell&#8217;<a title=\"Archive.org: Olivetti Advanced Technology Center\" href=\"http:\/\/web.archive.org\/web\/19961029111703\/http:\/\/www.atc.olivetti.com\/\" target=\"_blank\" rel=\"noopener noreferrer\">Olivetti Advanced Technology Center<\/a>. Suo capo e direttore generale della Olivetti Computers era Enrico Pesatori.<br \/>\n&#8220;Quel che fai tu sarebbe il sogno di Olivetti&#8230;&#8221;, mi diceva Enzo.<\/p>\n<p style=\"text-align: justify;\">L&#8217;ESPERIENZA ALLA OLIVETTI &#8211; Nell&#8217;estate 1980 lasciai fisica e chimica all&#8217;universita&#8217; per la Olivetti a Silicon Valley. Intanto nel 1978 aveva conosciuto una ragazza italiana che era qui per due anni per occuparsi di genetica&#8230; tutti e due a Roma abitavamo in via Luciani, lei 3 e io 1&#8230; ci siamo sposati in quel 1980 e siamo ancora qui, con tre figli&#8230;<br \/>\nIn quell&#8217;anno alla Olivetti lavorai al nuovo sistema operativo Olivetti, Linea Uno, per computer business, soprattutto per il mondo bancario. Poi due anni sui personal computer. Ma nel 1984 l&#8217;Olivetti decise di spostare in Italia lo sviluppo dei nuovi prodotti, tenendo qui solo un piccolo centro di ricerca avanzata&#8230;<br \/>\nIo non volevo tornare in Italia, feci colloqui con varie aziende tra le quali Apple e passai ad una piccola compagnia, la Validec , che faceva reti avanzate wired and wireless per ristoranti, come capo ricerca e sviluppo.<\/p>\n<p style=\"text-align: justify;\">DALLE AZIENDE VENDUTE A UNA SOCIETA&#8217; MIA &#8211; Dopo un anno, l&#8217;azienda venne venduta a una societa&#8217; \u00a0di Toronto, ma io volevo restare in California e passai alla Virtual Microsystems, che faceva sistemi network per integrare minicomputer a personal&#8230; dopo un anno e mezzo anche quella fu venduta. Cosi&#8217; ho pensato: la prima venduta la seconda pure..perche&#8217; non farmi una societa&#8217; mia?<br \/>\nCosi&#8217; nacque la Parallan\u00a0(Parallel Local Area Network, 1988). L&#8217;idea di base era che se il pc era il desktop individuale da collegare in reti, nelle aziende ci fosse bisogno di macchine centralizzate con molte potenzialita&#8217; per elaborare questi dati.<br \/>\nQuotammo in Borsa Paralan nel 1993 e l&#8217;anno successivo, il principale concorrente,<a href=\"http:\/\/www.ibm.com\/\"> IBM<\/a>, la compro&#8217;.<br \/>\nEra il 1994 e io intanto da tre anni conoscevo un ragazzo israeliano, Gedeon Benfreim, che aveva ideato un sistema per far comunicare diversi edfici di una stessa societa&#8217;&#8230; Da quest&#8217;idea nacque un&#8217;altra societa&#8217;, P-Com, per la quale, quando Paralan stava per andare in Borsa, assumemmo un nuovo amministratore delegato.<br \/>\nAnche P-Com \u00a0ando&#8217; in Borsa nel 1994. E bene.<br \/>\nCosa faccio adesso? mi chiedevo.<br \/>\nTrovai una compagnia che aveva otto anni di vita, ottenni da un venture capital i 20 milioni di dollari per comprarla.<br \/>\nEra la \u00a0<a href=\"http:\/\/www.meridian-ds.com\/\">Meridian Data<\/a>, che realizzava nuovi prodotti nello storage, nelle memorie di massa&#8230; con un&#8217;azienda che gia&#8217; era consolidata andai rapidamente. Nel 1996 venne quotata in Borsa, continuando a crescere sino a quando nel 1999 venne comprata da <a href=\"http:\/\/www.quantum.com\/\">Quantum<\/a>, che opera nel settore dei dischi di memoria.<br \/>\nRestai altri tre mesi, uscendo a fine 1999.<\/p>\n<p>POTENZIARE I SERVER &#8211; Intanto avevo incontrato un ragazzo inglese che aveva un&#8217;idea innovativa. Normalmente il server e&#8217; una piattaforma<a href=\"http:\/\/www.intel.com\/\"> Intel<\/a>, la sua idea era quella di realizzare invece qualcosa di diverso, compatible con Intel ma con un&#8217;architettura differente, che potesse fornire una potenza dieci volte superiore&#8230; cosi&#8217;, con i fondi di un venture capital, e&#8217; nata <a href=\"http:\/\/www.bluearc.com\/\">BlueArc<\/a>, nella quale ho coinvolto <a href=\"http:\/\/www.penguincomputing.com\/index.php?option=com_content&amp;task=view&amp;id=99&amp;Itemid=234#pesatori\">Enrico Pesatori<\/a>, che in quel momento era il numero due di <a href=\"http:\/\/www.compaq.com\/\">Compaq<\/a>&#8230;<\/p>\n<p>MAXISCALE E LA PROPOSTA A COLOSSI DEL WEB -Per BlueArc sono tornato a tempo pieno all\u2019inizio del 2002 dall&#8217;Italia, dov&#8217;ero andato per un po&#8217; perche&#8217; mia figlia voleva vivere a Roma. Anche BlueArc, circa 100 milioni di fatturato l&#8217;anno, si e\u2019 registrata per essere quotata&#8230; cosi&#8217; e&#8217; nata la mia quinta societa&#8217;, MaxiScale, di cui sono oggi presidente e amministratore delegato.<br \/>\nVenti dipendenti, studiamo software specializzato per il mondo del web 2.0, con l&#8217;obbiettivo di consentire un numero superiore di \u00a0visitatori e maggior efficienza a basso costo a grandi societa&#8217; del web. Pensiamo a Facebook,eBay, MySpace&#8230; contiamo entro l&#8217;anno di poter offrire loro un prodotto innovativo.<\/p>\n<p>LA PASSIONE PER I MOTORI &#8211; Intanto, continuo a correre. Ho iniziato in motocicletta nel 1967, soprattutto enduro e motocross, per poi passare a fare qual cosina nei rally nel 1972 in Italia. Arrivato negli Usa ho smesso per un po&#8217; ma ho ripreso nel 1994. Dopo aver fatto qualcosina negli USA nella categoria GT3 (Porsche e Ferrari), ho scoperto la mia passione per le corse (quelle vere non i rally) delle macchine storiche. Amo di pi\u00f9 quelle degli anni Sessanta, che mi ricordano la mia giovinezza. Ho vinto la mia classe nel Tour Auto de France nel 2005 con una Ferrari 250 LM (la nostra era quella di Lorenzo Bandini), terzo nel 2006 con una Ferrari 275 GTB Competizione Serie I , secondo nel 2007 con una Alfa Romeo GTA (che vinse il campionato Americano nel 1966).<\/p>\n<p>Vedremo cosa faro&#8217; in questo 2008&#8230;<\/p>\n","protected":false},"excerpt":{"rendered":"<p>&nbsp; Un padre convinto che l&#8217;Italia non potesse offrire un futuro a suo figlio, \u00a0un premio Nobel che lo persuase a puntare sugli Stati Uniti. 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