{"id":3522,"date":"2012-03-05T16:22:52","date_gmt":"2012-03-05T15:22:52","guid":{"rendered":"https:\/\/italianidifrontiera.com\/?p=3522"},"modified":"2012-03-05T16:22:52","modified_gmt":"2012-03-05T15:22:52","slug":"sogno-modernita-e-frontiere-culturali-una-scoperta-la-mostra-di-pittori-americani-a-firenze","status":"publish","type":"post","link":"https:\/\/www.italianidifrontiera.com\/2012\/03\/05\/sogno-modernita-e-frontiere-culturali-una-scoperta-la-mostra-di-pittori-americani-a-firenze\/","title":{"rendered":"Sogno, modernit\u00e0 e “frontiere culturali”: una scoperta la mostra di pittori americani a Firenze"},"content":{"rendered":"<p><iframe src=\"http:\/\/www.youtube.com\/embed\/Ee36qgW2Jrw\" height=\"350\" width=\"425\" frameborder=\"0\"><\/iframe><\/p>\n<p>Sogno, visione, modernit\u00e0… chi avrebbe pensato di ritrovare temi di Italiani di Frontiera in una mostra d’arte su pittori di oltre un secolo fa?<\/p>\n<p>Nato come progetto fuori dagli schemi, IdF \u00e8 cresciuto lungo percorsi inaspettati, spesso scoperti grazie alla curiosit\u00e0.\u00a0E’ accaduto anche la settimana scorsa a Firenze.\u00a0La presentazione di \u00a0<a href=\"http:\/\/www.palazzostrozzi.org\/SezioneAmericani.jsp?idSezione=1415\">“Americani a Firenze. Sargent e gli Impressionisti del Nuovo Mondo”<\/a>\u00a0, (sino al 15 luglio a Palazzo Strozzi, un grazie per l’invito ad <a href=\"http:\/\/www.ifioriblu.org\/fiori.html\">Antonella Fiori<\/a>, amica di IdF, che ne cura l’ufficio stampa con Lavinia Rinaldi) si \u00e8 rivelata uno straordinario spunto di riflessione sul confronto tra mondi, culture e visioni diverse, nel rapporto con la modernit\u00e0.<\/p>\n<p><a href=\"https:\/\/italianidifrontiera.com\/2012\/03\/05\/sogno-modernita-e-frontiere-culturali-una-scoperta-la-mostra-di-pittori-americani-a-firenze\/fi\/\" rel=\"attachment wp-att-3523\"><img fetchpriority=\"high\" decoding=\"async\" class=\"alignleft size-medium wp-image-3523\" title=\"Fi\" alt=\"\" src=\"https:\/\/italianidifrontiera.com\/wp-content\/uploads\/2012\/03\/Fi-300x195.jpg\" width=\"300\" height=\"195\" \/><\/a>Merito di Carlo Sisi, curatore assieme a Francesca Bardazzi della mostra. Che nell’intervista in video a Italiani di Frontiera ha spiegato quanto brillantemente esposto durante al conferenza di presentazione, alla vigilia dell’inaugurazione.<\/p>\n<p>Quello della mostra a Firenze, “Non \u00e8 un percorso essenzialmente legato alla storia delle immagini dell’arte americana. E’ legato soprattutto ad un nodo concettuale ed etico alle radici stesse delle due culture, quella americana e quella italiana”, dice Sisi.<\/p>\n<p>Questi pittori erano giovani americani alla ricerca del Genius Loci, cio\u00e8 di un’identit\u00e0 culturale, quella toscana, interpretata con gli occhi di chi amava Botticelli i grandi maestri, la pittura veneziana… Ma questo percorso di scoperta e crescita, spiega ancora, ha fatto scoprir loro una civilt\u00e0 diversa da quella del loro sogno, che stava cambiando la Firenze medievale e rinascimentale, industrializzata, resa citt\u00e0 europea con grandi strade e piazze. Queste modifiche, ricorda Sisi, erano per loro un sogno interrotto, infranto. E tentano perci\u00f2 di impedirle, con polemiche contro l’amministrazione cittadina. Allo stesso tempo, gli abitanti di quella citt\u00e0 non si accorgono di questa operazione. Gli americani tentano di legarla alla citt\u00e0 del passato, i fiorentini non percepiscono questa tensione etica e scelgono da quel punto in avanti la Firenze di rendita, “quella di oggi, completamente venduta al turismo”, dice Sisi.<\/p>\n<p>Una Firenze che perde un’identit\u00e0 per chi ci abita, osserva, perch\u00e8 come tutti i titolari di una rendita, afferma il curatore, i fiorentini “sanno di avere le cose ma non sanno dove sono e cosa sono”. Quasi una “frontiera culturale”, nessun punto d’incontro identitario \u00a0fra chi si oppone a questa modernizzazione e chi la subisce passivamente, senza percepirne il significato.<\/p>\n<p>Come osserva\u00a0James M. Bradburne, direttore generale di Palazzo Strozzi, non \u00e8 l’oggetto di una mostra ma l’approccio con cui si affronta a determinarne la qualit\u00e0. E questa di Firenze, su pittori di oltre un secolo fa, offre davvero una\u00a0riflessione di straordinaria attualit\u00e0. Su come interpretare la modernizzazione, respingerla o subirla passivamente, vivendo di rendita. Su come un’immagine idealizzata divenga un sogno al quale non si vuol rinunciare, a costo di chiudere gli occhi davanti alla realt\u00e0.<\/p>\n<p>E \u00a0tutto questo accadeva in un periodo in cui per milioni di italiani il sogno si chiamava America.\u00a0Fra 1880 e 1915, furono<a href=\"http:\/\/www.emigrati.it\/Emigrazione\/Emiamerica.asp\">\u00a0quattro milioni gli italiani che emigrarono nelle Americhe<\/a>, alla ricerca di una vita migliore.Un sogno a volte realizzato, talvolta interrotto da una drammatica realt\u00e0, scoperta emigrando.<\/p>\n<p>(Nella foto,con Antonella Fiori, Francesca Bardazzi e Carlo Sisi).<\/p>\n","protected":false},"excerpt":{"rendered":"<p>Sogno, visione, modernit\u00e0… chi avrebbe pensato di ritrovare temi di Italiani di Frontiera in una mostra d’arte su pittori di oltre un secolo fa? 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