IdF per OVS – Maria Montessori

Quando qualche anno fa una celebre giornalista americana chiese agli inventori di Google quanto fosse stato importante per il loro successo esser figli di professori di Stanford University, Sergey Brin e Larry Page risposero che più dell’università, per loro era stato determinante l’asilo. E cioè l’esperienza fatta da tutti e due da bambini col metodo Montessori. Lì avrebbero imparato a “non seguire regole e ordini, essere automotivati, domandarsi che succede nel mondo, fare le cose in modo un po’ diverso”.

La lista di alunni illustri del metodo è lunga e comprende personaggi celebri come Anna Frank, l’attore George Clooney, lo scrittore Gabriel Garcia Marquez, la cantane Beyoncè, il violoncellista  Yo Yo Ma, oltre ad altre star della New Economy come Mark Zuckerberg (Facebook), Jeff Bezos (Amazon), Steve Wozniak (Apple), Bill Gates (Microsoft), Jimmy Wales (Wikipedia), mentre le prime scuole Montessori negli Usa furono finanziate da grandi innovatori di ieri come Alexander Graham Bell e Thomas Edison. Al punto che negli Stati Uniti si parla persino di “Montessori Mafia” non in termini spregiativi ma per definire una èlite intellettuale e imprenditoriale plasmata da quelle scuole.

Iniziato dallo studio sui bambini con disturbi mentali, visti i suoi effetti straordinariamente stimolanti il Metodo Montessori si estese  successivamente all’educazione di tutti bambini. Si basa sul bisogno di “libertà“ necessaria a sviluppare una  creatività innata per natura, che però viene repressa dalle regole della società e dai continui interventi degli adulti.

 

IL PERSONAGGIO

Maria Tecla Artemisia Montessori nacque a Chiaravalle (Ancona) il 31 agosto 1870. Fu educatrice, pedagogista, neuropsichiatra infantile, filosofa e scienziata, paladina dell’emancipazione femminile, una delle  prime italiane a laurearsi nella facoltà di medicina.
Da bambina Maria adorava recitare e inventare storie e con le sue letture appassionate incantava insegnanti e compagni di scuola. Ma la sua figura ispiratrice fu lo zio Antonio Stoppani, abate e scienziato che cercava di conciliare fede e scienza.

Trasferita con la famiglia a Roma, dopo un’iniziale passione per le materie letterarie si indirizzò alle scienze biologiche, iscrivendosi alla facoltà di Scienze per trasferirsi poi a Medicina, dove dopo aver subito non poche discriminazioni  divenne la terza donna a ottenere la laurea. Si interessò presto ai bambini con maggiori difficoltà, frequentando assiduamente i quartieri più poveri di Roma,  specializzandosi in neuropsichiatria infantile, con studi di laboratorio su batteri e malattie diffuse nei quartieri poveri.

diritti delle donne, il successo del Metodo 

Maria fu pioniera nel campo dell’emancipazione femminile, rappresentando l’Italia nel 1896 al Congresso Internazionale delle Donne a Berlino, dove i suoi interventi appassionati la resero celebre (e dove frequentò poi corsi di perfezionamento), ruolo che svolse cinque anni dopo anche al congresso a Londra.

Nel 1898 considerata un’autorità nel campo a meno di trent’anni, divenne direttrice della scuola ortofrenica di Roma, portando bambini con handicap mentali a raggiungere progressi e risultati considerati all’epoca impossibili. Nel frattempo si legò a un luminare della psichiatria, Giuseppe Montesano, con il quale ebbe un figlio, Mario, che segnò la fine della loro relazione. Partorì di nascosto affidando il bimbo ad una famiglia laziale, continuando però a mantenerlo e a seguirlo facendosi credere sua zia, ottenendo poi l’incarico di sua tutrice legale alla morte dei genitori adottivi.

Nel 1907 aprì la prima Casa dei Bambini a San Lorenzo, Roma, uno dei luoghi più difficili della Capitale, con un alto tasso di povertà, mortalità infantile e pessime condizioni igienico-sanitarie. La Casa  fu sistemata e arredata in maniera tale che il bambino potesse sentirla sua,  la prima scuola nata, non per i bambini con handicap, ma per i figli degli abitanti del quartiere. Il successo del metodo  fu tale che presto si estese a tutto il Paese e all’estero. Durante un congresso in America nel 1913 Montessori venne presentata come “la donna più interessante d’Europa” e i suoi metodi divennero modelli mondiali nell’istruzione dei bimbi di tutte le idee.

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Gli anni del fascismo, i viaggi

Nel 1926 Montessori organizzò il primo corso di formazione nazionale per insegnanti in grado ad utilizzare il suo metodo, con oltre 180 insegnanti provenienti da tutt’Italia. Mussolini inizialmente sostenne le sue scuole, indicandola assieme a Guglielmo Marconi come simboli del genio italiano nel mondo. Ma la vocazione a un’educazione libertaria, il rigore scientifico del metodo presto si scontrarono con i principi del fascismo e l’idealismo dominante. E lei fu costretta a lasciare l’Italia nel 1934, mentre tutte le scuole che insegnavano secondo il suo metodo vennero chiuse sia in Italia che in Germania. Continuò a viaggiare tra conferenze in tutto il mondo, inaugurazioni di sue scuole e incontri con grandi protagonisti dell’epoca. Allo scoppio della seconda guerra mondiale Maria si trovava con il figlio Mario divenuto suo collaboratore in India, dove fu internata perchè cittadina di un paese nemico. Tornò in patria nel 1946 per riaprire la sua Opera Nazionale che il fascismo aveva chiuso, per poi trasferirsi da amici nei Paesi Bassi. Nel 1951 rifiutò a causa dell’età la richiesta ufficiale   di riformare l’ordinamento scolastico del Ghana. Morì il 6 maggio del 1952 a Noordwijk, nell’Olanda meridionale, dov’è sepolta.

Una maestra troppo controcorrente per l’Italia

Si stima che nel mondo vi siano 65mila istituti Montessori e scuole Montessori, 4.500 solo negli Stati Uniti dove sono famosissime, 800 nel Regno Unito, 1100 in Germania, mentre nei Paesi Bassi sono montessoriane un terzo delle scuole pubbliche, mentre in Italia non superano le 200.

Come mai dopo la caduta del fascismo il metodo Montessori restò marginale in Italia rispetto all’enorme successo riscontrato in tutto il mondo? Forse perchè considerato un insegnamento contrapposto a quello dominante di stampo cattolico tradizionale, vicino al Modernismo cattolico ed al Socialismo, scomodissimo, almeno sino al Concilio Vaticano II, nello sconfessare il peccato originale e ritenere i bambini non solo innocenti ma persino figure messianiche, profetiche.

Per le sue idee trasgressive, in Italia Montessori è rimasta una esule del pensiero dai pensieri dominanti. A Roma per il centenario della prima Casa dei Bambini nel 2007, c’erano 1.150 stranieri, solo una sessantina di italiani quasi tutti addetti ai lavori”, dice Luciano Mazzetti, già docente universitario, presidente del Centro Internazionale Montessori.

Oggi che i rapidi cambiamenti in corso ci spingono ad affrontare il futuro liberandosi da schemi e stereotipi, l’esempio di Montessori offre uno spunto in più di riflessione: “Perché i contenuti del suo insegnamento furono forgiati con un percorso intellettuale tanto coraggioso e rigorosamente controcorrente in patria da esser pagato in prima persona“, dice ancora Mazzetti.

Le parole

“Nella concezione di Maria Montessori, l’educazione non è un episodio della vita: essa dovrebbe cominciare con la nascita e durare così a lungo come la vita stessa. L’educazione è concepita da lei non soltanto come una “trasmissione di cultura”, ma piuttosto come un aiuto alla vita in tutte le sue espressioni”  (Mario M. Montessori)

PER SAPERNE DI PIU’

Qui lo speciale Raitrè “La Grande Storia” dedicato a Maria Montessori

In libreria:

. Il bambino è il maestro. Vita di Maria Montessori, di Cristina De Stefano (Rizzoli 2020)

. Maria Montessori una storia attuale, di Grazia Honnegger Fresco (Il Leone Verde 2018)

. Maria Montessori, di Paola Giovetti (Edizioni Mediterranee 2009)

 

Link utili:

 

L’intervista a Maria Montessori dal cinegiornale dell’Istituto Luce 13 maggio 1947