Da “Villaggio non globale” la battuta su Obama. Ecco perche’ IdF se ne occupa
Non e’ compito di Italiani di Frontiera dedicarsi a commenti politici.
Ma la polemica internazionale scatenata dalla battuta del premier Silvio Berlusconi, che da Mosca la settimana scorsa ha definito “abbronzato” il neoeletto presidente Usa Barack Obama, a qualche giorno di distanza merita una riflessione. Non per la battuta in se’, che ha fatto il giro del mondo (sigh!), o per i commenti che sono seguiti. Ma perche’ rivela un punto debole, di una mentalita’ diffusa nel Belpaese, stigmatizzato da molti Italiani di Frontiera intervistati in questo blog.
Dopo tutto, secondo un sondaggio Sky Tg, ricorda AdnKronos, per la maggioranza degli interpellati (53%) quella su Obama e’ stata solo una battuta scherzosa: soltanto il 47% l’ha trovata inopportuna. E su Il Giornale, il titolo: “‘Berlusconi, Obama abbronzato’. Veltroni nero” ha dimostrato come vada interpretata per alcuni la vicenda. Come se provocare lo smacco dell’avversario fosse l’unica cosa che conta e tutto il resto non avesse importanza…
Destra o sinistra qui non contano. Tanti, tra gli Italiani di Frontiera intervistati, hanno rimproverato ai connazionali proprio questo atteggiamento. La propensione a pensare “all’ombra del campanile” ma credendosi “al centro del mondo”. Senza curarsi delle conseguenze delle proprie azioni, del significato delle proprie parole, per persone con cultura e mentalita’ diverse.
L’esempio di questo caso purtroppo sembra calzante.
Ritenere che una battuta che fa ridere qualcuno degli astanti ha fatto centro, specie se ha fatto infuriare un avversario, e che chi non ride non ha capito per scarso sense of humour, oppure e’ in malafede… insomma, a noi sembra proprio un modo di pensare provinciale.
Da “Villaggio non globale”. Un handicap non da poco, nel 2008.
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Grazie per i preziosi contributi nei commenti qui sotto a due amici da Silicon Valley, Franco e Luca, che ha anche allegato il link ad una sua lettera di riflessione e sfogo sull’argomento, dal suo bel blog.
Perfettamente d’accordo Roberto. Un caso di provincialismo che va dalla carica piu’ alta del governo giu’ fino all’ultimo Italiano.
Due cose vorrei sottolineare:
(1) Chi non e’ stato negli USA, o non ha mai letto la letteratura Americana, potrebbe non avere la sensibilita’ per capire che certe battute possono suonare offensive in un paese che sta ancora lavorando a superare un passato di discriminazione razziale. Il semplice buon senso suggerirebbe di tenersi lontani da temi pericolosi quando non si e’ molto familiari la cultura con cui si interagisce.
(2) Questa faccenda mostra cosa succede alle persone che si circondano di yes-people. Dopo anni di battute orribili immediatamente seguite da sonore risate di tutti i suoi suoi portaborse e lecchini, il nostro Silvio ha perso la capacita’ di riconoscere una buona battuta. Si e’ dimenticato che i portaborse, dentro Fininvest come nel PDL ridono semplicemente perche’ lui e’ il capo, non per il piacere della battuta.
Ho scritto a Severgnini sul Corriere dopo aver letto la notizia sui giornali Italiani e dopo aver votato per la prima volta per un Presidente qui negli US.
Il testo della lettera ed il mio pensiero lo trovate qui insieme alle immagini che ho scattato al voto e la sera festeggiando la vittoria di Obama.
Penso che Roberto e Franco hanno centrato le (dolorose) motivazioni. Grazie di parlarne e dell’opportunita’ di intervenire.