Salvatore Moncada, energie rinnovabili hi tech da Silicon Valley alla Sicilia

 In Interviste e Incontri, Ispirazione

Salvatore Moncada

Un’azienda capace di attirare in Sicilia anche ingegneri da Milano e dalla Svizzera, in un settore d’avanguardia come quello delle energie rinnovabili: solare, eolico, biomasse. Piccola ma in grado di muoversi su scala mondiale, con accordi da Silicon Valley all’Africa. Dopo aver reagito fermamente a una delle piaghe dell’economia locale, il racket del pizzo, facendo arrestare gli estorsori.
A San Francisco nei giorni scorsi per siglare un accordo internazionale nel campo dei pannelli solari (con la collaborazione di Enzo Torresi e Fabio Ficano, Vm Relazioni Istituzionali), Salvatore Moncada, agrigentino, ha raccontato a Italiani di Frontiera la sua esperienza di imprenditore “globale”. Pensando al futuro, senza dare troppa enfasi all’anno vissuto sotto scorta nella sua Agrigento.

PICCOLI MA DINAMICI – Fossimo un altro Paese, con un’altra cultura imprenditoriale, una piccola ‘azienda innovativa situata ad Agrigento forse non avrebbe ragione di esistere. Invece in Italia la cultura industriale sta sparendo soppiantata da una cultura finanziaria, in cui ci si occupa solo della parte finale della filiera. E noi troviamo spazio nell’energia, un campo in cui a parte pochissimi grandi gruppi quasi non ci sono operatori industriali e tutte le iniziative sono in mano a grandi gruppi internazionali.
Nata nel 1989 come impresa di costruzioni, la Moncada dalla fine degli anni Novanta ha avviato una diversificazione orientandosi sul settore dell’energia, in particolare eolica, con un primo parco entrato in funzione nel 2005 sul Monte Mele, altri quattro sempre in provincia di Agrigento lo scorso anno.

ACCORDO IN CALIFORNIA – Nei giorni scorsi abbiamo concluso un accordo a Santa Clara, a a sud di San Francisco, con la Applied Materials per la produzione di pannelli di silicio per 40 megawatt l’anno. Si tratta di un processo brevettato per realizzare pannelli con il “thin film”, che si basa sull’uso di gas. Questo consente di aggirare l’enorme ostacolo rapresentato dalla limitata disponibilta’ di panelli a wafer di silicio, che frena lo sviluppo del fotovoltaico. Il nostro investimento e’ di 60 milioni di euro. Il 75% dei pannelli realizzati li useremo noi per produrre energia, l’altro 25% lo metteremo sul mercato.

BIOMASSE IN AFRICA E UCRAINA – Al momento nel rinnovabile abbiamo circa 110 megawatt installati in Italia, con progetti presentati sull’eolico per circa 1.200 megawatt, compresa la piu’ grande iniziativa europea in questo settore, in Albania, che verra’ collegata all’Italia. In questo contesto di espansione ci stiamo occupando anche di biomasse, in Mozambico Ghana e Ucraina (85mila ettari coltivati con piante grasse non alimentari particolarmente adatta a produrre combustibile), geotermico (impianto da 2,5 megawatt a Pantelleria con investimento di 10 milioni di euro) oltre al solare in Sicilia Tunisia e Albania. Verticalizzando il modo di fare impresa: non installiamo solo impianti ma produciamo energia.

IN ITALIA POCHI OPERATORI – In Italia si parla di energie rinnovabili ma si continua a farlo con una logica da investitore o da sviluppatore, ed a parte grossi gruppi come Enel o Edison, tutte le iniziative sono in mano a gruppi internazionali e come operatori industriali siamo in pochissimi. Per questo solo lo scorso anno noi eravamo i quinti produttori di energia eolica nel Paese. Questa mancanza di cultura industriale, a vantaggio di quella finanziaria, lascia spazio a operazioni di speculazione che deformano l’immagine del settore. Che deve essere un mix di opportunita’. Sarebbe riduttivo pensare che tutto si possa risolvere col rinnovabile, occorre un mix, in cui c’e’ posto anche per il nucleare.
Il problema della filosofia aziendale diffusa in Italia e’ che ormai si vende ma non si crea e non si produce quasi piu’ niente. Nel rinnovabile non si e’ creata la filiera del prodotto, che e’ quello che siamo andati a fare noi in California, comprando la tecnologia per realizzare pannelli che ci permettera’ di produrre energia ma anche di vendere pannelli ad altri. E con tutta l’effervescenza che c’e’ sul solare in Italia, nessuno produce pannelli i ma li va a comprare all’estero.

ECONOMIA GLOBALE E RACKET – Ci muoviamo su uno scenario internazionale ma a casa nostra abbiamo avuto i nostri problemi con i tentativi di estorsione. Due, in entrambi i casi invece di pagare abbiamo fatto arrestare gli estorsori. Per un anno ho vissuto sotto scorta. Ma abbiamo sentito molto vicine le forze dell’ordine. E questo e’ motivo di speranza, per le imprese, e per i giovani. In una zona ad alta disoccupazione, noi stiamo assumendo ingegneri, che altrimenti non avrebbero alternativa se non andare al Nord. E stiamo assumendo anche fuori dalla Sicilia. Con un’inversione di tendenza, abbiamo richiamato ingegneri anche da Milano ed uno anche dalla Svizzera.

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Comments
  • Paolo
    Rispondi

    gran bella storia quella di Moncada, ancora di più perchè parte dalla Sicilia…

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