E’ tempo di un Vaticano 2.0… Arriva il Papa, su CheFuturo! riflessione in stile IdF su Chiesa e innovazione

 

L’avevo in testa da un pezzo e già avevo scritto una nota tempo fa su Facebook. Ma oggi il Papa è a Milano, viene persino qui dietro al Parco Nord, dove io vado a correre. E allora, era il momento giusto per una riflessione in stile Italiani di Frontiera su quanto sta avvenendo nella Chiesa e nel mondo cattolico. E su quanto ci riguardi direttamente. Perchè è un problema cruciale, per il Vaticano, il mondo cattolico  ma anche per l’Italia, il difficile rapporto con la modernità,  il rinnovamento ostacolato da retaggi del passato, con meccanismi culturali anacronistici che non hanno domani e che contribuiscono purtroppo a frenare chi sa immaginare il futuro…

La mia riflessione, col titolo “Il Papa, I corvi e la lezione di TechCrunch”  l’ho affidata a “CheFuturo!”, la bella rivista online sull’innovazione lanciata da Riccardo Luna, già direttore di Wired Italia e grande amico di IdF, con una squadra davvero straordinaria, di cui sono onorato di far parte.

Grazie a Riccardo e Lorenzo Mannella, biotecnologo in redazione (mica ne trovate tanti così!), che con grande tempismo l’hanno pubblicata.

Ciliegina sulla torta, la foto in alto: un mestrino con bicicletta (il sottoscritto) davanti alla chiesa di Stanford, vetrate e mosaici interamente realizzati da veneziani…

AGGIORNAMENTO

L’addio a sorpresa del Papa, l’incapacità del Vaticano di accettare il rinnovamento. Ieri 11 febbraio 2013 un evento di portata storica.
“Non essendo riuscito a cambiare la Curia, Benedetto XVI è arrivato ad una conclusione amara: va via, è lui che cambia. Si tratta del sacrificio estremo, traumatico, di un pontefice intellettuale sconfitto da un apparato ritenuto troppo incrostato di potere e autoreferenziale per essere riformato. È come se Benedetto XVI avesse cercato di emancipare il papato e la Chiesa cattolica dall’ipoteca di una specie di Seconda Repubblica vaticana; e ne fosse rimasto, invece, vittima”.

L’analisi di Massimo Franco sul Corriere della Sera.

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