Addio a Morando Morandini, grande critico cinematografico e amico
Per me che sono un maniaco di cinema, lui è sempre stato il migliore. Morando Morandini che ho avuto l’onore di avere come collega e amico, decano dei critici cinematografici e autore del celebre dizionario del cinema che porta il suo nome, era capace di abbinare cultura cinematografica e umanità, con un’apertura mentale che gli consentiva di giudicare senza quegli stereotipi e pregiudizi che spesso fra simpatie e antipatie condizionano molti critici. Capace per questo di ammettere gli errori, come l’aver firmato all’epoca una lettera contro il commissario Calabresi. E di esaminare con straordinaria intelligenza e lucidità l’Italia e il suo degrado culturale.
Un amico oltre che una leggenda. Eravamo stati colleghi nella redazione del Giorno. Poi quando seguivo per Reuters la Mostra Internazionale del Cinema, era diventato un appuntamento fisso e una delizia, il bilancio alla vigilia della consegna dei Leoni con lui, una carrellata impressionante per competenza e memoria di quanto era passato sugli schermi.
Da rileggere, quelle straordinarie panoramiche, come quelle sulle ultime mostre seguite assieme ( alla Mostra del 2008, poche settimane dopo il ritorno dall’avventura USA e nel 2009, quando ormai guardavo la rassegna con un occhio rivolto a Italiani di Frontiera ed ebbi pure l’occasione di fare un’intervista per me memorabile al regista Peter Greenaway, sul futuro del cinema già iniziato).
Morando aveva pure collaborato alla mia tesi su Harpo Marx, che è stata ricca di spunti poi per la realizzazione di IdF… e aveva partecipato pure alla memorabile festa di laurea, con il blues di un altro amico scomparso, Guido Toffoletti (1951-1999), che ho raccontato su Italiani di Frontiera!
Morando se n’è andato l’altro giorno a 91 anni. Non ti dimenticheremo, grazie Morando.